Circa il 10% dei cani e il 15% dei gatti soffrono di disturbi cardiaci. Le cardiopatie possono essere congenite (presenti dalla nascita) o acquisiti e (quando si presentano nel corso della vita). Anche in questo secondo caso possono avere base ereditaria, e cioè una predisposizione determinata geneticamente.
Alcune razze canine hanno maggiore predisposizione alla cardiopatie: molossoidi come boxer, bulldog inglese, bulldog francese. Il Dobermann manifesta una forma di cardiomiopatia dilatati a nel 58% degli adulti, patologia che colpisce con frequenza anche terranova, irish solchi una (levriero irlandese) cane da acqua portoghese e alano. D a tenere d’occhio anche i Retrievers (golden e Labrador in particolare) , il Cavalier King Charles Spaniel, beagle, bassotto e barbone. Chiunque desideri far riprodurre il proprio animale deve quindi essere consapevole dei rischi specifici di razza collegati alle cardiopatie, per evitare di propagare il difetto genetico tramite accoppiamenti sbagliati.
La maggior parte dei gatti con malattie cardiache presenta cardiomiopatia ipertrofica, anche senza soffio cardiaco all’auscultazione. Succede soprattutto ai gatti maschi in età avanzata,m con una predisposizione genetica per Maine Coon, Persiano e Ragdoll e i loro incroci.
Ma uno screening cardiologico è importante per tutti: cani e gatti spesso non mostrano sintomi finché il cuore non entra in stato di insufficienza, rendendo difficile intervenire e preservare la salute del proprio pet.
I sintomi più comuni da tenere d’occhio
Su consiglio veterinario individuate il momento adatto nella vita del vostro animale per uno screening cardiologico. Inoltre è fondamentale curare l’igiene orale di cane e gatto: la parodontite, agendo da focolaio cronico di infezione, rappresenta una fonte non controllata di microrganismi, tossine e prodotti batterici suscettibili di inquinare il flusso sanguigno e raggiungere organi vitali, come appunto il cuore.