Oggi vogliamo parlarvi di una novità molto importante: presso il reparto di terapia intensiva e rianimazione della Polivet è disponibile l’utilizzo della CPAP (Continuous Positive Airway Pressure). Già da tempo usata in medicina umana nei pazienti con insufficienza respiratoria, edema polmonare acuto cardiogeno e sindromi ostruttive, questa tecnica sta iniziando ad essere sempre più usata anche in veterinaria nelle sindromi da “distress” respiratorio che richiedono come primo intervento l’ossigenoterapia.
È bene sapere che l’ossigeno è un farmaco con proprietà terapeutiche e che la sua somministrazione è da considerarsi a tutti gli effetti una vera e propria terapia che permette di aumentare l’ossigeno a livello alveolare ed arterioso, aumentando quindi la FiO2 (frazione inspirata di ossigeno), con conseguente aumento della saturazione dell’emoglobina (SpO2) e del contenuto di O2 nel sangue (PaO2). Con l’ossigenoterapia si può dunque aumentare la disponibilità di ossigeno e quindi la perfusione dei tessuti e ottimizzarne il consumo. Se usata in maniera impropria può essere una terapia inutile nonché nociva.
La CPAP è una tecnica di ventilazione non invasiva a pressione positiva (NPPV), in cui il paziente respira spontaneamente da sveglio o con una leggera sedazione. Tale tecnica permette di generare una pressione positiva all’interno delle vie respiratorie in inspirazione e in espirazione, mantenendo la pervietà delle vie aeree inferiori in tutte quelle condizioni che ne provocano il collasso. L’insufflazione di pressione positiva durante l’intero ciclo respiratorio consente di facilitare il lavoro muscolare del paziente, sostenendo gli scambi polmonari e garantendo un volume di aria e ossigeno adeguato. In base a numerosi studi eseguiti in umana e in veterinaria, la CPAP risulta essere una buona opzione terapeutica in alternativa alla ventilazione meccanica, che è invece una tecnica invasiva in quanto necessita di anestesia generale e di intubazione orotracheale del paziente. La CPAP ha inoltre il vantaggio di essere facilmente applicabile, economicamente sostenibile e ben tollerata dai nostri animali.
Nella pratica veterinaria il “distress” respiratorio rappresenta una vera e propria emergenza da affrontare con urgenza, infatti in tutte le situazioni di insufficienza respiratoria si instaura uno stato di ipossia che può portare ad arresto respiratorio e quindi a morte l’animale. La difficoltà respiratoria (distress) si manifesta con atteggiamenti quali: testa estesa sul collo con sguardo fisso e assente, respiro a bocca aperta con aumento della frequenza del respiro, colorito bluastro della lingua e delle mucose.
La CPAP agisce contemporaneamente sia sull’insufficienza respiratoria sia su quella circolatoria, infatti diminuisce l’ipercapnia, migliorando e normalizzando i pattern respiratori anomali; previene il collasso degli alveoli a fine espirazione, migliorando e facilitano gli scambi gassosi; promuove il reclutamento degli alveoli collassati, promuovendo il passaggio dei liquidi dall’alveolo allo spazio interstiziale e quindi al circolo; aumenta il rapporto tra ventilazione e perfusione e quindi la disponibilità di ossigeno, migliorando la perfusione tissutale; inoltre contrasta la vasocostrizione e le resistenze vascolari, migliorando la gittata cardiaca e riducendo il post carico. Ha nel complesso un effetto di miglioramento sull’emodinamica del paziente cardiopatico in edema polmonare cardiogeno acuto. Altre condizioni patologie per cui è indicato l’utilizzo della CPAP sono l’ARDS (Acute Respiratory Distress Syndrome), l’ALI (Acute Lung Injury), bronco pneumopatie croniche ostruttive, atelettasie, edema polmonare non cardiogeno, ipossiemia post operatoria, risveglio post-chirurgia soprattutto nei pazienti brachicefali che sono stati sottoposti a chirurgia correttiva per sindrome brachicefalica e tutte quelle condizioni patologiche del polmone che causano collasso alveolare e quindi ipossiemia. Non è opportuno utilizzarla nei pazienti non collaborativi, con lesioni delle prime vie, con trauma cranico facciale, con pneumotorace, in pazienti che vomitano o che sono incapaci di deglutire, in pazienti con pressione arteriosa al di sotto dei 90 mmHg o in arresto respiratorio.
Durante tutto il tempo del trattamento è necessario monitorare costantemente il paziente grazie alla presenza di personale specializzato.
Per il trattamento con la CPAP, il dispositivo da applicare al paziente è fondamentalmente un elmetto, cioè un casco in plastica trasparente e soffice che permette al paziente di vedere l’ambiente circostante, fissato su un anello di plastica rigido su cui è costruito un collare di silicone che garantisce una chiusura intorno al collo del paziente. Sul casco sono collegati un sistema venturi che permette di somministrare al paziente una FiO2 superiore a quella ambiente, un manometro per controllare la pressione nelle vie aeree respiratorie e una valvola PEEP (Positive End Expiratory Pressure) che permette di creare una pressione polmonare positiva impedendo il collasso degli alveoli.
Siamo convinti che la CPAP sia una valida opportunità per il trattamento di situazioni acute di distress respiratorio e riteniamo giusto che tutti voi conosciate questa importante opzione terapeutica di cui potete usufruire nel caso di necessità presso la clinica Polivet.
Per approfondimenti potete contattare i nostri medici e nel frattempo vi consigliamo delle letture interessanti: